XXXI. [La farfalla e la vespa]


(Che) non bisogna guardare la passata fortuna, ma
la presente

La farfalla aveva visto la vespa che volava vicino:
”O sorte iniqua. Mentre vivevano i corpi,
dai cui resti noi ricevemmo lo spirito,
io eloquente in pace, forte nei combattimenti,
fui tra i contemporanei il primo in ogni arte;
ecco io volo tutta leggerezza molle e cenere.
Tu, che fosti un mulo portatore,
chiunque ti è parso colpisci conficcato il pungiglione.”
Ma la vespa pronunciò una frase degna di memoria:
”Guarda non chi siamo stati, ma chi ora siamo.”