IV. L’asino e l’orzo del porcello


Avendo in tale immolato un verro al dio Ercole,
cui doveva un voto per la sua salute,
ordinò si dessero all’asinello che le rimanenze dell’orzo.
Ma rifiutatele egli così parlò:
”Volentieri davvero vorrei codesto cibo, se quello
 che ne è stato nutrito non fosse stato sgozzato.”
Spaventato dalla riflessione di questa favola,
evitai sempre il guadagno rischioso.
Ma tu dici: “Quelli che han rubato ricchezze, le hanno.”
Contiamo dunque quelli che catturati perirono;
troverai una folla maggiore di puniti.
La temerarietà per pochi è (di) bene, per molti (è) di male.