UNITA' DIDATTICA 1

L'alfabeto.
L'alfabeto latino è costituito da 23 segni: due in più ( cioè X e Y ) rispetto all'italiano.
A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V X Y Z
a b c d e f g h i k l m n o p q r s t v x y z
Il segno ( littera ) v aveva per i Latini valore sia consonantico che vocalico.


Le consonanti sono diciotto, le vocali cinque.
Due vocali contigue costituiscono un dittongo.
Dittonghi Esempi

au autem, ma
ae sar, Cesare
ei ( rarissimo) ei mihi, ahimè
eu ( raro, coi nomi greci) Europa, Europa
oe poena, pena
ui ( rarissimo) cui, al quale (cui)
yi ( nei nomi greci) Harpyia, Arpia

Quando due vocali non costituiscono dittongo in parole di origine greca o in parole composte, si segnala il fenomeno con la dieresi : es.: aër, coëmo, poëta.

Alfabeto latino e le cifre romane
Le lettere dell'alfabeto sono usate dai Romani come cifre per indicare i numeri (v. - Pronomi e aggettivi numerali)

I segni fondamentale sono:

I = 1 X = 10 C = 100 D = 500 L = 50 M = 1000 V = 5

Altri esempi: (v. Numerali)

II = 2
III = 3
XX = 20
XXX= 30
CC= 200
CCC= 300
DC= 600
MDC= 1600
LX= 60
CLX= 160
MCI= 1101
CMI= 901
XV= 15
CXIV=104

Abbreviazioni latine
Una lettera seguita dal punto significa abbreviazione. Esempi di nomi:
A. = Aulus, Aulo; A.U.C.= anno Urbis conditae, anno della fondazione di Roma.
B. = Bone, bene; ecc. (Consulta il Vocabolario)
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Pronuncia.
a) Storicamente si è affermata la pronuncia tradizionale, detta anche ecclesiastica, perché utilizzata dalla Chiesa e risalente III - IV sec. dopo Cristo.

Corrisponde alla pronuncia italiana, eccetto:
- i dittonghi ae, oe si leggono e: Caesar (leggi Cèsar), Galliae (leggi Gàllie), proelium (leggi prèlium ), Aeneas (leggi Enéas). La dieresi fa pronunciare distinti i due suoni: aër ( leggi àer), poëta (leggi poèta).

- il gruppo ti- si pronuncia zi : tertia ( leggi tèrzia), Helvetii ( leggi Elvèzii), Latium (leggi Làzium). Si pronuncia invece ti:
- quando è accentata: totìus, petìvi ( leggi tous, petìvi);
- quando i nomi sono di origine greca: Critias ( leggi Crìtias);
- quando ci sono forme arcaiche dell’infinito: utier ( leggi ùtier);
- quando è preceduto dalle consonanti s, t, x: attingit ( leggi attìngit);
- c: i prenomi abbreviati C. e Cn. si pronunciano Gaius e Gnèus.

- h è sempre muta: Helvetii, Rhenus, Rhodanus, nihil (leggi Elvèzii, Renus, Rodanus, nìil).
- gl è sempre letto gutturale: gloria, neglexit.

- ph , derivante da parole greche, è letto f: philosophus (leggi filòsofus), nympha (leggi ninfa).

b) La pronuncia classica o antica o restituta (= ripristinata) prevede:

  • c e g hanno sempre suono gutturale : Caesar, gentes ( leggi Chàesar, ghèntes).
  • i dittonghi oe ed ae si leggono come sono scritti: proelium (leggi pròelium).
  • h è evidenziata da leggera aspirazione.
  • s è pronunciata sorda come nell’italiano sole.
  • ti si pronuncia come è scritto.
  • y è letto come la ü lombarda o francese.
  • le lettere u \ v sono lette u.

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Quantità delle vocali
Per quantità di una vocale si intende la sua durata fonica. Nella lingua italiana il senso della quantità è un poco sfuggente, ma possiamo riflettere sulla durata delle vocali riferendoci a quelle accentate, sicuramente più lunghe di quelle che non portano l’accento. E’ ovvia, ad esempio nella parola indivisìbili, la maggiore quantità-durata, della ì accentata rispetto alle restanti vocali.
La vocale quindi si può dire breve ( col segno ˘ ) o lunga ( col segno ˉ ): la lunga ha durata doppia della breve.
E’ da notare che la quantità delle vocali in latino incide sul significato stesso delle parole.
Ad esempio vĕnit ( viene) e vēnit ( venne ). Similmente in italiano l’accento ed il suono aperto o chiuso variano i significati: io càpito, ho capìto, egli capitò oppure la pèsca ( frutto) ed egli pesca.
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ˆ‏≤

La sillaba
La sillabazione latina è simile alla italiana.
Differisce:

  • se in una parola vi sono due o più consonanti di seguito, la prima si unisce alla vocale che precede: gen-tes (popolazioni), ag-men (schieramento), cas-tra (accampamento).

Qualora nel gruppo consonantico vi sia una consonante muta (p,b,t,d,c,g) o la f seguita da consonante liquida (l,r), tale gruppo consonantico appartiene alla sillaba che segue: ex-tre-mis, sep-ten-tri-o-nes.

  • in vocaboli composti da preposizioni, queste fanno sillaba a sè stante: prae-stat ( supera, sta davanti).
  • con la lettera q ( a volte anche con la g) la u è sentita come elemento inscindibile dalla consonante:

A-qui-ta-ni, se-qui.
Le sillabe si dicono aperte, se terminano con vocale, chiuse invece, se terminano con consonante.
Si dicono brevi, se terminanti con vocale breve; lunghe sono invece quelle terminanti con consonante o con dittongo.

NB. Il dizionario segnala la quantità delle vocali di ogni parola: non segnala la quantità delle sillabe lunghe per natura, cioè quelle chiuse e terminanti con dittongo. Es.: abĭgo ( caccio); abductus ( condotto via).
L ’accento
Per l'accento nella lingua latina i grammatici hanno individuato due leggi fondamentali:

1. Legge del trisillabismo: in latino l’accento non risale mai oltre la terzultima sillaba:
Es.: Gàllia, Gallia, ìncolunt, abitano, Màtrona, Marna, Sèquana, Senna.

2. Legge della penultima: se la penultima sillaba è lunga, porta l’accento; se la penultima sillaba è breve, l’accento risale sulla terzultima.

Es.: praecēdunt, sùperano, continētur, viene delimitato, flumĭne, fiume .
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Uso preliminare del vocabolario e le parti del discorso.
Le parti del discorso, sia latine che italiane, si dividono in variabili ed invariabili. Il vocabolario le registra indicando con chiarezza la loro classificazione grammaticale.
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I. Parti variabili sono: il verbo, il nome, l'aggettivo, il pronome.
1. Il verbo è registrato con la prima persona del presente ed il suo paradigma (
Il paradigma verbale )
. Esempi: sum, es, fui, esse: essere; gero, is, gessi, gestum, ere: raccogliere; eo, is, ivi, itum, ire: andare.
2. Il nome è registrato nel caso nominativo ( caso del soggetto) con l'aggiunta della desinenza del genitivo e la specificazione del genere: m. (maschile), f. (femminile), n. (neutro)
Esempi: Aeneas, ae, m. Enea; Caesar, is, m. Cesare; imperator, is, m. comandante; fortuna, ae, f. sorte; bellum, i, n. guerra; dies, ei, m. e f. giorno.
3. L'aggettivo è registrato, come il nome, al caso nominativo ed al genere maschile, con l'aggiunta delle eventuali desinenze del femminile e del neutro:
Esempi:

maschile

femminile

neutro

significato

bonus

bona

bonum

buono

pulcher

pulchra

pulchrum

bello


maschile

femminile

neutro

significato

acer

acris

acre

pungente

fortis

(fortis)

forte

forte

audax

(audax)

(audax)

audace


Altri sempi: pius, a, um, pio; primus, a, um, primo; vester, ra, rum, vostro; brevis, e, breve; supplex, supplice.

4. Il pronome è riportato, come il nome, al caso nominativo ed al genere maschile.
Esempi: ego, io; tu, tu; quis? chi? quidam, uno, qualcuno.
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II. Le parti invariabili del discorso, così chiamate perché non soggette a variazioni o modifiche, sia in latino che in italiano, sono: 1. l'interiezione; 2. l'avverbio; 3. la congiunzione; 4. la preposizione.
Il vocabolario latino le identifica con una abbreviazione e ne offre i significati.

1. L' interiezione ( abbreviazione: inter. o interiez.).
Si tratta di esclamazioni inserite (inter-iectae, gettate nel mezzo) nel discorso. Si dicono:
- proprie, quando esprimono emozioni: - di gioia: ah, ah; oh, oh; euhoe, evoè (grido bacchico);- di dolore: ei, hai; heu, heus, ahi, ohimè; - di esortazione: heia, orsù; - di sorpresa: e, ecco; o, oh, ecc.
- improprie, quando si tratta di nomi o frasi fatte: age, orsù; bene, bene; ecc.


2. L' avverbio (
identificato dall'abbreviazione: avv.).
Legato al verbo o al nome o all'aggettivo o ad altro avverbio, ne modifica in parte il significato. Gli avverbi verranno trattati anche in seguito (I gradi dell’avverbio ). Qui ci limitiamo a far osservare che sono normalmente registrati dai vocabolari come forme autonome chiaramente individuabili, anche dalla abbreviazione avv.

Esempi:
a) non, non, no; sic, così, sì; iam, già; cras, domani; mox, presto; nunc, ora; tunc, allora.

b) derivati da aggettivi con terminazione in -e: iust-e, giustamente da iustus, giusto; valid-e, validamente da validus, valido, maxim-e, massimamente da maximus, massimo; o in -er, ter: prudent-er, prudentemente da prudens, prudente, fort-iter, fortemente da fortis, forte.

c) derivati da forme cristallizzate di aggettivi, nomi, verbi: multum, multo, molto; paulum , paulo, poco; necessario, necesse, necessariamente.


3. La congiunzione
(identificata dall'abbreviazione : cong.).
Ha la funzione di collegare, congiungere tra loro elementi di una proposizione o di diverse proposizioni. Le congiunzioni vengono dette anche connettivi.

Esempi: et, atque, ac, quoque, e,ed; etiam, anche; aut, vel, o, oppure; nec, neque, né, neppure.

4. La preposizione
(identificata dall'abbreviazione : prep.).
Si pone davanti (pre-posizione) al nome latino, determinandone il caso, per chiarire il suo rapporto con altre parti della proposizione.
Esempi: a (ab), da; ad, verso, a; de, da, circa; e (ex), da, di; in, in, dentro; per, attraverso, per; pro, davanti, al posto di; post, dopo; ecc.
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PROVE DI NAVIGAZIONE (GUIDATE)

1. Con l'aiuto del vocabolario individua le parti del discorso sottolineate, riportandole nelle opportune caselle.

a) BG. Caesar ita respondit (rispose) (1,14) - Interim cotidie Caesar …frumentum…flagitare (richiedeva grano). (1,16) - Vercingetorix nihilo minus intra munitiones (le fortificazioni) reman(e)t (rimane) (7,53) -

b) En. - Ast ego…incedo regina (1,46) - Sum pius Aeneas (1,378) - Sed quid ego …autem nequiquam ingrata revolvo (2,101) - En ultro (3,155) - En, ego vester /Ascanius (sum) (5,673) - Primus ego…en supplex venio. (11,364) -

c) Ph. Ego primam (la prima parte) tollo … quia rex cluo; secundam (la seconda), quia sum consors (1,5) - Nunc demum intellego (1,12) - Ego vero sum paratus: nunc patior (3,7) - Quis sum ego?" Fallax dixit (disse): "Tu es (sei) imperator (5,13) - Ego grana ( i grani) studiose congero (5,25) -

VERBO
NOME
PRON.
AGG.
INTER.
AVV.
CONG.
PREP.
               

 

Soluzione

 

 

PROVE DI NAVIGAZIONE (LIBERE):
- Naviga negli Auctores cercando alcune delle parole proposte.

2. Riconosci con l'aiuto del vocabolario la parti invariabili sottolineate, classificandole nelle apposite caselle.
a) Bg. - Gallia omnis divisa est in partes tres (1,1) - Aquitania ..spectat inter occasum solis et septemtriones (1,1) - Apud Helvetios longe nobilissimus fuit et ditissimus Orgetorix (1,2) -
b) En. - Arma Virum-que cano, Troiae qui primus ab oris / Italiam fato profugus Lauinia-que Venit / litora, multum ille et terris iactatus et alto / vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram, / multa quoque et bello passus, dum conderet urbem / inferret-que deos Latio; genus unde Latinum / Albani-que patres atque altae moenia Romae. (1.1-7)
c) Ph. - Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, / siti compulsi. Superior stabat lupus, / longe-que inferior agnus. Tunc fauce improba / latro incitatus iurgii causam intulit; / 'Cur' inquit 'turbulentam fecisti mihi / aquam bibenti?' Laniger contra timens / 'Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe? / A te decurrit ad meos haustus liquor'. / Repulsus ille veritatis viribus /'Ante hos sex menses male' ait 'dixisti mihi'. (1,1) - Quam sit dulcis libertas, breviter proloquar (3,7) -

INTERIEZIONI

AVVERBI

CONGIUNZIONI

PREPOSIZIONI

 

 

 

 

Soluzione

 

 

PROVE DI NAVIGAZIONE (LIBERE):
- Naviga negli Auctores cercando alcune delle parole proposte per avere una idea della loro frequenza: longe, multum, inter, et, atque, apud, ab, ob, ad.