La rinascita della democrazia: il referendum istituzionale e la Costituente


Fin dall'8 settembre 1943 i partiti avevano ripreso a essere protagonisti della scena politica. I maggiori partiti di massa, per estensione della rete organizzativa e per numero di iscritti, erano il PSIUP, il PCI (principale protagonista della lotta clandestina contro il nazifascismo) e la DC. Togliatti, segretario del PCI, propose un programma di "democrazia progressiva", come graduale avanzamento sulla strada del socialismo. Punti fondamentali del programma erano: nazionalizzazione dei settori strategici dell'industria, riforma agraria, riequilibrio fiscale a favore dei meno abbienti, i consigli di gestione operai nelle fabbriche. Era la "via italiana al socialismo".

La DC, capeggiata da De Gasperi, aspirava a rappresentare le masse cattoliche, proponendo un programma basato sulla dottrina sociale del cattolicesimo, ispirato a principi solidaristici e interclassisti per raggiungere l'equità fra le classi attraverso un moderato riformismo.

Il 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale gli italiani scelsero la repubblica (12.700.000 voti contro 10.700.000 per la monarchia) ed elessero l'Assemblea costituente con il compito di formulare la Costituzione italiana, ispirata ai valori cristiani, liberali e marxisti su cui si fondavano le principali forze rappresentate nella Costituente.