La Filosofia nel periodo Barocco

La passione per il nuovo e l'attitudine a sperimentare forme di conoscenza e di rappresentazione della realtà alternative a quelle tradizionali costituiscono la caratteristica fondamentale della cultura barocca. I risultati furono, nelle arti e nelle lettere, di qualità diseguale, oscillando da manifestazioni di sterile formalismo a una sincera presa di coscienza della drammatica crisi in atto, dall'esibizione di un anticonformismo di maniera alla tormentata ricerca di percorsi originali in grado di esprimere una nuova sensibilità. Ci fu però un settore della cultura secentesca, quello del pensiero filosofico-scientifico, in cui queste contraddizioni furono in larga misura superate, e le inquietudini del tempo trovarono un'espressione non nevrotica o esibizionistica, ma rigorosa, seria e sorretta da una profonda coerenza anche sul piano morale. Questa grande esperienza, con la messa a punto di un nuovo metodo di ricerca e con le conseguenti scoperte, gettò le basi per una radicale trasformazione della concezione del mondo e dei procedimenti conoscitivi, tale da mettere in discussione non solo gli statuti e i fondamenti del sapere, ma l'intero assetto della società, fondata fino a quel momento sul saldo monopolio della conoscenza da parte del potere religioso.

Di fronte a questa minaccia, la Chiesa reagì con una forza e una determinazione che, pur trovando una loro spiegazione nel contesto storico, restano tuttavia a testimoniare una spietata volontà di potenza assai lontana dalla mitezza e dalla tolleranza del messaggio evangelico. Le vittime di questo scontro durissimo fra due diverse interpretazioni dell'uomo e del mondo furono i "profeti disarmati", cioè coloro che, mossi unicamente da una disinteressata aspirazione alla verità, si posero coraggiosamente in conflitto con un intero sistema di sapere e di potere: "profeti", perché annunciatori isolati, e sul momento inascoltati, di tempi nuovi; "disarmati", perché privi di strumenti materiali con cui difendere la propria libertà di pensiero e la propria integrità fisica di fronte ai meccanismi repressivi che venivano messi in atto nei loro confronti.

Tuttavia, la debolezza dei profeti disarmati è un dato solo apparente e legato a una fase storica contingente: nel lungo periodo i vincitori saranno proprio loro, i Giordano Bruno, i Tommaso Campanella, i Galileo Galilei, che dopo aver subito persecuzioni, minacce, censure, carcere e, in qualche caso, anche la morte, lasceranno alle generazioni successive quel patrimonio di intuizioni, di metodi e di conoscenze senza il quale non sarebbe potuto nascere il mondo moderno. Ma, oltre che nella storia del libero pensiero, essi occupano un posto di rilievo anche nella storia della letteratura: la loro autonomia spirituale e morale, il loro anticonformismo di sostanza e non di facciata, si tradussero in forme espressive che seppero superare i limiti convenzionali del gusto barocco, con risultati a volte di altissima qualità per la limpidezza e l'eleganza dello stile (Galileo), a volte più tormentati e faticosi (Bruno), ma sempre notevoli per originalità, intensità e coerenza.