Joseph Fouchè
NELLA RIVOLUZIONE FRANCESE E CON NAPOLEONE PRIMA, DURANTE E DOPO, DOMINO' LA SCENA Un diabolico INNANZITUTTO CHI ERA FOUCHE' Anno 1759: Il 31 maggio, a Nantes, nasce Joseph Fouchè. I suoi genitori sono gente di mare e commercianti; gli avi sono marinai. L'idea iniziale è quella di farne un capitano di lungo corso ma il ragazzo è lungo e sparuto, anemico, sgraziato, privo di energia e di attitudine al lavoro. Nel 1770 lo si avvia verso la Chiesa dove egli cresce con una certa attitudine alle scienze esatte; diventa prefetto di collegio ma non prende i voti sacerdotali; già ripugna a legarsi definitivamente a qualcuno o a qualche cosa. Egli veste come un prete e porta la tonsura ma non è consacrato. Anno 1778: Monastero degli Oratoriani. FOUCHE' insegna Matematica e Fisica a Niort, Saumur, Vendome, Parigi. Ad Arras è ammesso nella Società dei Rosati dove conosce Lazzaro CARNOT, Massimiliano ROBESPIERRE, il medico svizzero MARAT e il tenente NAPOLEONE BUONAPARTE. Fa la corte a Carlotta Robespierre sorella di Massimiliano. Ad Arras il piccolo avvocato Robespierre viene eletto deputato agli STATI GENERALI DI VERSAILLES ed è proprio Fuchè che gli presta poche monete d'oro per pagarsi il viaggio ed un abito adatto alla bisogna. Partito Robespierre anche gli Oratoriani di Arras fanno la loro piccola rivoluzione e Fouchè si butta a capofitto, cosa strana..., e dichiara le simpatie della classe sacerdotale locale per il TERZO STATO. Viene punito. I superiori lo trasferiscono da ARRAS a NANTES nella casa sorella dove il Nostro aveva studiato. Ora però è diventato esperto e maturo. Non si sente più di insegnare matematica agli adolescenti. Egli,da buon segugio, intuisce che la bufera sociale sta per scoppiare e non ha più voglia di raccattare briciole alla tavola di ricchi borghesi. La politica dominerà il mondo: si entri nella politica!. Di colpo getta la tonaca e non si rade la tonsura; tiene discorsi ai ragazzi del seminario e ai cittadini di Nantes; diventa improvvisamente il presidente del Club Amici della Costituzione; esalta il progresso ma con prudenza visto che il barometro di quella città tende al moderato. A rafforzare la sua posizione sposa la figlia di un ricco commerciante. E' una ragazza bruttina ma con dote. Egli sarà un buon marito e un buon borghese perchè è il TERZO STATO quello che è destinato al dominio. Appena vengono proclamati i comizi per la CONVENZIONE, Fouchè si presenta candidato: promette tutto a tutti. Sorride ed inveisce contro i presunti soprusi che gli vengono denunciati. A Nantes il clima è destrorso e quindi i suoi discorsi sono coerenti a quel giro della vite. Nel 1792 è finalmente nominato deputato e la coccarda tricolore sostituisce la tonsura. Egli ha circa trentadue anni. Con quella figura magra ed allampanata, quel viso lungo e sporgente,quella carnagione priva di linfa vitale, quegli occhi vitrei e sfuggenti sotto sopraciglia rossastre non passa certamente inosservato. Mai egli si è abbandonato all'ira; mai si è visto vibrare un muscolo del suo viso. Egli è un animale a sangue freddo ed è in questa freddezza inamovibile che sta la sua forza: la forza intellettuale di Joseph Fouchè da Nantes. IL GRANDE GIORNO 1792- La mattina del 21 settembre i nuovi eletti alla Convenzione fanno il loro ingresso
nell'aula. Non dovranno più salutare l'unto del Signore LUIGI XVI visto
che, trasformato in Luigi Capeto, egli langue nelle prigioni del Tempio in attesa che se ne decida la sorte. Gli uomini senza passione, i prudenti, i ragionevoli siedono in basso costituendo una zona che Robespierre sprezzantemente definisce la palude, le marais. In alto, sulla montagna, si siedono gli impazienti, i radicali, le truppe da sbarco. Queste due forze si equilibrano. CONDORCET, ROLLAND ed i girondini sono i rappresentanti del medio stato. Per loro l'arrivo della Repubblica è già stato un passo gigantesco. Ora sarebbero lieti di arginare la Montagna che spinge sempre più radicalmente verso una rèvolution intégrale sino all'ateismo e al comunismo. MARAT, DABTON, ROBESPIERRE, duci del proletariato, vogliono abbattere dopo il Re, il danaro e la religione. Sta per iniziare una lotta per la vita e per la morte, per lo spirito e per il potere. Quando entra Joseph Fouchè molti si chiedono dove si siederà. Tra i radicali della Montagna o tra i moderati del Fondo?. Fouchè non ha dubbi: egli starà sempre per la maggioranza. Con passo quasi leggiero egli si siede con Condorcet e Rolland. Dall'alto il vecchio amico Massimiliano Robespierre lo osserva, ironico, attraverso il suo occhialino. Fouchè si accorge che il vecchio amico di Arras lo indica ai suoi campioni radunati sulla Montagna e sa che quello sguardo scrutatore ed insinuante da ostinato puritano mai lo abbandonerà.
Prudenza; ci vorrà prudenza. Egli si imbosca nella palude con abilità. Il deputato di Nantes non prende la parola per parecchi mesi né parteciperà ad inutili chiassate e a concioni senza costrutto. Vergniaud, Condorcet, Desmoulins, Danton, Marat, Robespierre si
feriscono, ogni giorno, a morte. Fouchè sa che bisogna solo aspettare la loro fine e che tenersi nell'ombra sarà un atteggiamento che dovrà assumere per tutta la vita se vorrà raggiungere il potere a cui
aspira. Egli desidera potere ma ne detesta, quasi, i simboli e la veste. Gli basta sentirlo tra le mani e avere la capacità di usarlo per modificare a suo piacimento l'ambiente
esterno. Già si intravede in questo atteggiamento la stoffa del futuro ministro di polizia, carica che ricoprirà tra qualche anno. Fouchè interroga gli amici; parla con Condorcet; prepara un discorso per la grazia che legge in privato ai colleghi della Gironda. La sera tra il 15 e il 16 i sobborghi di Parigi ribolliscono sapientemente indotti dai montagnardi. Le Tuileries sono piene di facinorosi capitanati da Teroigne de la Mericour, isterica megera, caricatura di Giovanna d'Arco. E Fouchè, dopo aver fatto i conti da buon contabile, vede che la maggioranza della palude si assottiglia sempre più.
Non gli va di stare con una minoranza. Quindi sale rapido e felpato i gradini della tribuna
e con labbra esangui ed occhi quasi dispiaciuti ma decisi pronuncia piano, per Luigi Capeto, le due parole fatali: LA MORT. Il giorno dopo Fouchè fa stampare un manifesto in cui proclama pomposamente i suoi, presunti, ideali rivoluzionari.Vuole anticipare eventuali contestazioni al suo operato in assemblea e scrivere è, per lui, meglio che parlare. Eccone il testo:
Egli, astuto
calcolatore, ha ragione! I bravi cittadini di Nantes che lo hanno eletto si lasciano intimidire. Imbarazzati ed incerti plaudono alla decisione di Fouchè;
ne avvertono vicinanza alla loro natura codarda ed opportunista ed aderiscono pur con un vago senso di disagio. Fouchè ne è sorpreso ma intuisce il pericolo della sua ostilità.
Egli capisce che deve eclissarsi per un po'. Dovrà dimostrare in provincia il suo ardore repubblicano e le sue capacità
politiche. Egli ottiene di essere inviato commissario nel suo dipartimento: la
Loira (Nantes, Nevers, Moulins). Il potere di un commissario, fascia tricolore e cappello rosso piumato, è quello di un proconsole della antica
Roma. E' un padrone assoluto che rappresenta il potere centrale con una totale responsabilità politica ed amministrativa.
Per mettere in atto tale
istruzione, egli fonda i COMITATI FILANTROPICI ai quali i possidenti possano donare i loro beni.
Egli serio e compiaciuto continua a martellare i suo scherani: ogni buon rivoluzionario ha bisogno soltanto di
ferro, pane e quaranta scudi. FOUCHE' CONTRO LA RELIGIONE In realtà il nostro eroe persegue i suoi personalissimi scopi con pazienza e sacrificio. Già ha cominciato a catalogare tutti gli eventi ed i personaggi.Vizi e debolezze sono trascritti in fascicoli; una piccola banda di scherani, reclutati tra la feccia dell'umanità, ripuliti e riforniti di mezzi, viene distribuita in posti chiave. Fouchè non sa solo quello che non si fa! Nel contempo tuona contro la Chiesa: "Questo culto superstizioso va sostituito dalla fede nella REPUBBLICA e nella
MORALE. E' proibito a tutti i sacerdoti di comparire nei templi coi loro
costumi. E' tempo che questa classe altezzosa, ricondotta alla purezza dei principi della Chiesa
primitiva, rientri nella classe dei cittadini!" A Nevers il PONTEFICE FOUCHE' introduce il battesimo civile ed
impone, come esempio, alla sua ultima nata il nome Nievre, da quello del
dipartimento. La cerimonia è suggestiva; la guardia nazionale è chiamata a raccolta nella piazza del paese ed egli battezza la sua piccola davanti alle bandiere della repubblica. Le mitrie sacerdotali vengono bruciate e davanti al fuoco egli
parla, parla, straparla. fino a che il vescovo Francesco LAURENT trascinato dalla eloquenza del nostro si strappa la tonaca e si pone sul capo il berretto
frigio. Trenta preti lo seguono. A Parigi la notizia infiamma gli animi. Si parla di questo Fouchè che arruola volontari per la difesa dei confini; che manda casse piene d'oro alla Convenzione,
frutto della spoliazione dei templi cristiani; che appare un prefetto di ferro agli ordini del potere centrale; che vive spartanamente ; che disprezza ostentatamente il denaro e gli onori. |
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