XV. [La vedova ed il soldato]


Quanta sia l’incostanza e la voglia delle donne

Dopo alcuni anni una tale perse l’amato
marito e mise il corpo nel sarcofago;
e non potendo esser staccata in nessun modo da questo,
e passando la vita piangendo nel sepolcro,
raggiunse la splendida fama di casta coniuge.
Intanto quelli che avevano spogliato il tempio di Giove,
impalati sulla croce pagarono il fio alla divinità.
Perché nessuno potesse prendere i loro resti,
si mettono soldati come custodi dei cadaveri,
vicino al monumento, dove la donna s’era chiusa.
Un giorno avendo sete uno dei custodi
chiese acqua nel mezzo della notte ad una servetta,
che per caso allora assisteva la sua padrona
che andava a dormire; infatti aveva vegliato
e aveva prolungato le veglie fino a tardi.
Essendo chiuse un poco le porte il soldato guardò,
e vede una nobile donna dal bell’aspetto.
L’animo preso subito si accende
e brucia il desiderio del senso impotente.
Il solerte acume trova mille motivi,
per poter vedere la vedova più spesso.
Presa dalla consuetudine quotidiana
a poco a poco diventò più remissiva col forestiero,
presto un legame più forte strinse il cuore.
Questi mentre consuma le notti come vigile custode,
da una croce il corpo fu perso.
Il soldato turbato espone il fatto alla donna.
Ma la santa donna”Non c’è da temere, disse,
e consegna il corpo del marito da conficcare sulla croce,
perché lui non subisca le pene della trascuratezza.
Poi l’indecenza prese il posto dell’onore.