III. il corvo superbo ed il  pavone.

Perchè non piaccia gloriarsi dei beni altrui,

e passare piuttosto la vita colla propria condizione,

Esopo ci tramandò questo esempio.

Il corvo gonfio di vuota superbia
raccolse le penne, che erano cadute al pavone,

e se ne adornò. Poi, disprezzando i suoi
come si confonde al bel gruppo dei pavoni,

essi strappano le penne all’uccello svergognato,

e lo cacciano a beccate. Male conciato il corvo
dolente cominciò a ritornare dalla propria razza,

ma respinto da questo prese un brutto rimprovero.
Allora uno tra quelli che prima aveva disprezzato
 « Se fossi stato contento delle nostre situazioni

ed avessi voluto sopportare ciò che Natura aveva dato,
nè avresti sperimentato quella umiliazione
nè la tua disgrazia sentirebbe questo rifiuto ».