XI. Il ladro e la  lucerna


Un ladro accesa la lucerna dall’altare di Giove
e lo spogliò alla sua luce.
Ed egli allontanandosi appesantito dal sacrilegio,
la santa Religione subito emise una voce:
”Benché questi siano stati doni di malvagi
e per me odiosi, tanto da non esser offesa che si rubino,
tuttavia, scellerato, laverai la colpa con la vita,
un giorno quando sia giunto il giorno assegnato per la pena.
Ma perché il nostro fuoco non si accensa per il delitto,
col quale la pietà adora gli dei venerandi,
vieto che ci sia tale uso di luce.”
E così oggi non è lecitone che si accenda una lucerna
dalla fiamma degli dei, né dalla lucerna il rito sacro.
Quante cose utili racchiuda questo insegnamento
non lo spiegherà un altro piuttosto che chi inventò.
Significa, primo  che spesso  sono trovati contrari a te
soprattutto quelli che tu stesso avrai allevato;
secondo, mostra che i delitti son puniti non dall’ira
degli dei, ma dal tempo definito dei Fati;
infine vieta che il buono non condivida
col malvagio l’uso di nessuna cosa.