II. Il poeta


Ti sembriamo scherzare: e davvero con penna
leggera, mentre non abbiamo nulla di maggiore, giochiamo.
Ma attentamente guarda queste nenie;
quanta grande utilità troverai in cose piccole.
Non sempre quelle cose che si vedono sono tali: la prima
fronte inganna molti, una intelligenza rara capisce
ciò che la cura ha nascosto nell’angolo più interno.
Perché non sia stimato aver parlato senza scopo,
aggiungerò la favoletta della donnola e dei topi.
La donnola, debole per anni e vecchiaia,
non potendo inseguire i topi veloci,
si avvolse di farina e si buttò trasandatamente
in luogo oscuro. Un topo, credendola cibo,
vi saltò su e catturato cadde nella morte;
similmente un secondo, poi perì anche un terzo.
Dopo alcune generazioni venne uno bruciato (dall’età),
che spesso aveva fuggito lacci e trappole;
e da lontano vedendo le insidie del furbo nemico,
”Così tu stia bene, disse, poiché sei una farina, tu che giaici.”